Wine Tip

Signature Kitchen Suite

Gentile {NOMEUTENTE}
Dubai ha ospitato, da martedì a giovedì, la decima edizione di PizzaUp. Il simposio ideato da Molino Quaglia è andato nel mondo, dopo nove edizioni presso la casa madre a Vighizzolo d’Este (Padova), sfruttando l’Italian Cuisine World Summit allestito dal Gruppo Virtuale Cuochi Italiani. Non solo: Italia presente come Paese ospite allo Speciality Food Festival e quindi ecco un grande spazio occupato in un padiglione sotto lo slogan The extraordinary italian taste.

Tutto questo ricordato qui, in apertura della newsletter dedicata al vino, perché quando in un solo posto si registra una tale concentrazione di Italia, i dettagli contano più che in altre occasioni. E allora, in una cena che ha visto cuochi e pizzaioli scandire assieme le varie portate, sostanzialmente sempre delle pizze, nei bicchieri si deve tassativamente bere italiano. Altrimenti, che messaggio si dà? Primo vino: australiano. Secondo: il superbo Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005. Terzo: francese. Quarto: statunitense. Quinto: di nuovo francese, come il sesto e ultimo.

«Grandi vini del mondo» è scritto nel menù, e non vi sono dubbi su questo, ma se ci batte per un sistema italiano sempre più forte, il made-in-Italy non può andare a intermittenza. Grandi pizze contemporanee meritano grandi vini tricolori.

Paolo Marchi

I testi della newsletter sono a cura di Raffaele Foglia
 

Da Merano uno sguardo sul mondo

Guardarsi attorno, uscendo dalla presunzione di fare i vini migliori del mondo, quando non si sa dove il mondo enologico sta andando realmente. Alla conclusione di 5 giornate di grande intensità, si ha la netta sensazione che il Merano Wine Festival, che si è tenuto dal 4 all’8 novembre, abbia cercato di dare una scossa proprio sotto questo punto di vista: la manifestazione non si è “chiusa a riccio” sui produttori italiani, ma ha fortemente voluto una forte presenza internazionale, anche con l’intenzione di poter mettere a confronto la realtà italiana con quella europea.

Questa è sicuramente una delle chiavi di lettura più importanti del Festival: per fare un esempio, i produttori di bollicine italiane, Franciacorta, Trentino, Oltrepò Pavese e altri, hanno potuto avere un test di paragone con molti champagne. Un confronto difficile ma anche stimolante. Così come i produttori di vini rossi hanno avuto modo di incrociare “i bicchieri” con le aziende che rappresentavano l’Union des Grands Crus de Bordeaux. Oppure si è potuto scoprire l’affascinante mondo della Georgia e la poco conosciuta, ma altamente valida, produzione del Libano.

Sia chiaro: gli italiani non hanno affatto sfigurato. La qualità non è mancata, anzi, con una rappresentanza di tutte le regioni italiane. Segno che ormai ovunque, in Italia, si possono trovare realtà che lavorano con passione e dedizione. E grandi risultati.
 

Bio&Dynamica, questione di tempo

Helmuth Köcher, presidente del Merano Wine Festival ci racconta le novità presentate alla dodicesima edizione della Bio&Dynamica: «La selezione dell’edizione 2016 ospita 120 aziende provenienti da tutta Italia».

Una scelta di vini molto complessa dove il fattore “tempo” è essenziale per una corretta valutazione del prodotto bio: sono vini naturali quindi come impone il ritmo della natura, medesima occorre dedicare più tempo per decretarne le caratteristiche dei migliori produttori vocati per coltivare le loro vigne e produrre i loro vini lavorando con l’obiettivo primo di salvaguardare e valorizzare il territorio attraverso l’adozione di una viticoltura sostenibile e rispettosa della natura. Novità di questa edizione è l’aver inserito la presenza di alcuni produttori stranieri nella sezione “Wine International”.

I Vignaioli Contrà Soarda di Bassano del Grappa hanno presentato un Vespaiolo 2014 in purezza “121 b.C. ossia before Christ” massima espressione di un territorio oltre ad un Carmenere Veneto Rosso Igt 2013, naso esplosivo di frutta rossa e sfumature speziate oltre all’outsider Pinot Nero 2013 Vignacorejo, eleganza allo stato puro, quel vino che berresti all’infinito.

Sugli stranieri tante certezze come il Pinot Nero 2013 di Marjan Simcic dalla Slovenia e piccole curiosità dalla terra Rumena e vini del Libano.
Cinzia Benzi
 

Riesling, un podio di classe

Quando si parla di Riesling, si tende a portare la mente verso la Mosella o l’Alsazia, giusto per citare due zone. Ma la realtà italiana non è da sottovalutare, anzi. La dimostrazione è arrivata da Naturno, paese dell’Alto Adige, dove domenica 6 novembre si è svolta la premiazione dei migliori 10 vini prodotti con il Riesling in Italia (annata 2015), al concorso giunto alla sua undicesima edizione e che ha visto la partecipazione di 54 aziende, nell'ambito delle Giornate del Riesling a Naturno.

Come spiegato dal vicepresidente del comitato organizzatore e cofondatore della manifestazione, Peter Dipoli, «per fare questi grandi vini serve un vitigno nobile come il Riesling, grandi produttori e grandi terroir. E devo dire che questi tre fattori, fortunatamente, riescono spesso a coniugarsi qui in Alto Adige».

Tanto che al primo posto si è classificato Andrea Huber, con Pacherhof, e il suo ottimo Südtiroler Eisacktal Riesling, dalla Valle Isarco. La medaglia d’argento può essere considerata “l’eccezione che conferma la regola”, visto che si parlava della qualità dell’Alto Adige. «Ormai Sergio Germano, dal Piemonte, ha un posto fisso nella nostra classifica - ha spiegato con un sorriso Monika Unterthurner, presidente del comitato organizzatore – visto che l’anno scorso ha preso il terzo premio e due anni fa aveva vinto la medaglia d’oro, oltre al concorso speciale per l’annata 2009». Un argento prezioso, per l’azienda agricola Ettore Germano di Serralunga d’Alba e per il suo Langhe Doc Riesling Herzu. Al terzo posto una cantina proprio di Naturno, la Weingut Unterortl di Martin e Gisela Aurich, con il Südtirol Vinschgau Doc Riesling Castel Juval.

Le altre posizioni: 4. Cantina di Lavis; 5. Ist. Agrario San Michele all’Adige; 6. Eisacktaler Kellerei; 7. Kellereigenossenschaft St. Pauls; 8. Az. Agr. Marchesi di Montalto; 9. Erste & Neue Kellerei; 10. Kellerei Meran Burggräfler. «In generale – ha concluso Monika Unterthurner – la qualità complessiva è stata più alta degli anni passati». Un buon segnale, per il Riesling prodotto in Italia.
 

Tachis e la Luce di Galileo

La famosa frase di Galileo, “Il vino è un composto di umore e luce”, a distanza di oltre tre secoli, colpì il padre della moderna enologia italiana di tutti i tempi, Giacomo Tachis, “mescolatore di vini” come amava definirsi e un appassionato studioso di storia e filosofia. Proprio i testi di Galilei furono compagni di lettura di Tachis. Questo volume edito da Domini Castellare di Castellina-Class Editore scritto da Paolo Panerai, Cesare Pillon e Tommaso Ciufoletti è un omaggio al grande creatore di Sassicaia, Tignanello, Solaia e tanti altri vini. Pillon scrive: «Non era stato lui a scegliere il vino, insomma, era stato il vino a scegliere lui».

Scuola di enologia ad Alba e, poco dopo, l’incontro con la famiglia Antinori. Certo l’arrivo di Tachis alla Marchesi Antinori fu in un periodo storico critico per il Chianti omologato a rappresentare un vino “tutto uguale” dove la guerra al prezzo più basso aveva portato la denominazione nel baratro.

Il 1968 è un anno fondamentale per Tachis che sancisca l’incontro con Emile Peynaud il genio francese ideologo del moderno Bordeaux. Gli Antinori arruolarono il francese e con Tachis si creò una squadra stellare. Sempre nel 1968 affidarono a Tachis il famoso Sassicaia, vino frutto delle geniali intuizioni del Marchese Incisa della Rocchetta (cognato degli Antinori) che a Bolgheri piantò fin dal 1944 viti di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc al posto del Sangiovese: il successo di questo vino è storia nota al mondo intero. «Se il Sassicaia è stato il padre dei Supertuscan, il Tignanello è il suo primogenito e da una costola del Tignanello nasce il Solaia», scrive Pillon con molti anedotti singolari.
CB
 

Whisky, festival dai mille profumi

Due giorni di “alti spiriti” che confermano la capacità del whisky di richiamare persone di ogni provenienza ed età. Del resto, se la Scozia ha fatto da padrona al Milano Whisky Festival sabato 5 e domenica 6 novembre, Irlanda e Stati Uniti si sono ritagliati il loro spazio. Il Giappone ha evocato quasi Expo con le sue code di fans e non sono mancati suggestioni indiane, senza dimenticare l’impegno italiano.

Il festival nasce - lo ricordiamo - dalla passione di due amici, Giuseppe Gervasio Dolci e Andrea Giannone: dalle ferie in Scozia ricevono l’impulso a diffondere ciò che si cela dietro un vibrante whisky. Il premio è in termini di pubblico e anche dei tanti volti giovani che si sono visti all'hotel Marriott lo scorso weekend: armati di kit degustazione, hanno esplorato gli stand degli espositori di whisky (senza trascurare le onde del rum) e anche quelli con gli assaggi che esalavano gli aromi. Dalle prelibatezze di mare con I love Ostrica ai salumi e all’aceto balsamico di Modena.

Lunga la lista dei premiati nelle differenti categorie: la distilleria dell’anno è risultata la Springbank di Campbeltown, un brindisi prima di tutto al legame con il territorio, che si sa mantenere in omaggio alle tradizioni.
AP
 

Perlé bianco, novità in casa Ferrari

Se un secolo fa, Giulio Ferrari portava il primo Chardonnay in Trentino per produrre bollicine d’eccellenza oggi i giovani Lunelli creano il Ferrari Perlé bianco Riserva. Un Trentodoc Blanc de Blancs con un affinamento sui lieviti per oltre otto anni con una concentrazione di stile davvero unico per un millesimato elegante. Il primo millesimo è legato alla vendemmia 2006 completa la gamma delle Riserve Perlé Rosé e Nero.

L’immagine della bottiglia curata dallo studio Robilant Associati cela dettagli raffinati con un nuovo “nero” che accomuna le tre referenze della collezione “Perlé”, solo la capsula si declina in tre distinti colori.

Il gioco di parole Perlé e Perle si svelano da una presentazione del presidente della cantina, Matteo Lunelli, che afferma con convinzione: «Certamente il vino è frutto della terra mentre la perla è frutto del mare ed esprime eleganza proprio come la nostra bollicina. La perla è armonia e preziosità, si forma lentamente con una buona sincronia del tempo, proprio quello che il nostro Perlé Bianco Trentodoc».

L’enologo di casa Ferrari, Ruben Larentis definì l’annata 2006 eccezionale per tutte le bollicine Ferrari per potenza e note sapide davvero singolari. All’assaggio l’equilibrio tra sapidità e acidità è perfetto, una sfumatura, al naso e in bocca, di bergamotto ben stemperato con erbe aromatiche e note iodate.
CB
 

Buonamico tra bollicine e progetti

Le bollicine che non ti aspetti. Un vino che, come dice il nome, è sicuramente Particolare. Assaggiato alla cieca, è un brut che potrebbe essere benissimo confuso con uno spumante di regioni particolarmente vocate, ma in realtà siamo a Montecarlo, provincia di Lucca.

Particolare è un metodo classico realizzato dalla Tenuta del Buonamico, realizzato con Pinot Bianco, Semillon e Trebbiano Toscano, che riesce a coniugare una buona complessità aromatica a una grande finezza ed eleganza. A questo si affianca, da qualche tempo, oltre al Rosè e al Particolare Inedito, anche uno spumante dolce, 100% Moscato, che risulta una proposta alternativa per un abbinamento con i dessert.

La volontà di Tenuta del Buonamico è quella di crescere: da una realtà produttiva già consistente con 29 ettari di cui 10 completamente reimpiantati, a partire da questo anno ha messo in atto un importante piano di sviluppo investendo in nuovi terreni, per arrivare ad un totale aziendale di 48 ettari vitati.

Un ampliamento che permette di aggiungere ai vitigni tradizionali di Montecarlo, altre eccellenti varietà come Malvasia aromatica e istriana, ed il Moscato, e di ampliare la già presente gamma dei vitigni importanti come Viognier e Chardonnay favorendo un’ulteriore qualificazione della produzione di Montecarlo Bianco Superiore ma soprattutto di valorizzare le bollicine.

È in questa ottica di costante valorizzazione ed espansione della produzione, che si colloca l’acquisizione dei nuovi terreni, parallelamente agli importanti investimenti fatti per la cantina che oggi arriva ad espandersi complessivamente su circa 1150 metri quadrati alla quale si affiancherà un resort. È un edificio immerso nelle vigne a due piani rappresentato da un ristorante e 11 camere, più un centro benessere, che dovrebbe essere completato dopo la metà del 2017.
 

Il mercato Fivi: da non perdere

La Fivi pensa in grande e si presenta a Piacenza Expo, per la sesta edizione del Mercato dei vini dei Vignaioli Indipendenti, davvero in splendida forma, con la presenza di oltre 400 produttori (saranno per l'esattezza 421).

Sabato 27 e domenica 28 novembre, infatti, si terrà la sesta edizione della manifestazione che per la Federazione dei vignaioli indipendenti sta diventando un punto di riferimento. Il Mercato sarà aperto al pubblico sabato dalle 12.30 alle 19.30 e domenica dalle 11 alle 19, biglietti a 15 euro per un giorno e 25 per due (con riduzioni previste per Ais, Fis, Fisar, Onav, Aies, Slow Food e possessori del biglietto di MareDivino 2016).

Oltre alla possibilità di assaggiare i vini dei 400 espositori, si potrà partecipare a quattro degustazioni, con i produttori che racconteranno le proprie esperienze e la propria filosofia di produzione. Il primo sarà Mario Pojer, sabato 26 novembre alle 14. Attraverso i suoi vini il vignaiolo trentino parlerà dell'avventura iniziata più di quarant'anni fa con Fiorentino Sandri, tra ricerca e sperimentazione, che li ha portati ad essere interpreti privilegiati del loro territorio. Alle 17 Kristian Keber, che affianca il padre Edi nella conduzione dell'azienda di famiglia, racconterà la scelta coraggiosa e controcorrente di produrre un unico vino, il Collio. Domenica 27 novembre alle 14 Lino Maga condurrà il pubblico alla scoperta del suo Barbacarlo, "poesia della terra" come lo definisce lui, raccontandone le evoluzioni e la tenuta nel tempo. Nell'ultima degustazione, domenica alle 17, Francesco De Franco proporrà cinque vini differenti di cinque diverse annate, ma prodotti dallo stesso vitigno, il Gaglioppo. Vini capaci di raccontare e restituire la complessità del territorio calabro.

Per iscriversi alle degustazioni, basta andare sul sito della manifestazione, cliccando qui.
 

Cinque giornate, finale spumeggiante

Ultima giornata delle Cinque giornate del bere organizzate da Civiltà del bere a Milano. E il 21 novembre si chiuderà con i grandi spumanti del mondo. Un pomeriggio a tutta bollicina che si terrà al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Ce ne sarà per tutti i gusti, dall’Italia e non solo: Franciacorta, Trentodoc, Champagne, Crémant d’Alsace, English Sparkling Wines, bollicine dal Nuovo Mondo.

Dai fini perlage di Franciacorta ai celebri Trentodoc di Cantine Ferrari, ai Conegliano Valdobbiadene da invecchiamento di Nino Franco, la migliore Italia delle bollicine è protagonista al walk-around tasting di Spazio Polene. Ma uno spazio di primo piano è riservato ai celebri cugini d’Oltralpe, con gli Champagne delle Grandi Maison accanto a una bella selezione di Récoltant Manipulant. E poi bollicine provenienti dall’Alsazia, dall’Inghilterra, dalla Spagna con i Cava di Llopart, dal Nuovo Mondo. Per ogni azienda un massimo di 5 etichette.

Due le degustazioni: alle 16 Blind Tasting Internazionale: riconoscere origine, stile, qualità. Degustazione alla cieca di sei grandi spumanti da Italia, Francia, Spagna e resto del mondo (20 euro); alle 19 Le 7 leggende: un confronto ai vertici. Un tasting guidato di sette mitiche etichette tra Francia e Italia (50 euro)

Ecco le informazioni utili: l’evento si svolgerà lunedì 21 novembre dalle 15 alle 21. L’ingresso dalle 15 alle 17 è dedicato ai professionisti; dalle 17 in poi l’evento apre anche al pubblico degli appassionati. Il biglietto, in prevendita, fino a giovedì 17 novembre su store.civiltadelbere.com al prezzo promozionale di 30 euro per tutti. Le degustazioni guidate prevedono un costo aggiuntivo. L’ingresso costerà poi 40 euro. Informazioni, cliccando qui.
 

Guide ai vini, sei idee diverse

Il periodo delle presentazioni delle guide, per quanto riguarda i vini, si è pressoché concluso con la premiazione delle Corone dei Vini Buoni d’Italia, la guida di Touring Editore, che ha selezionato 5mila vini.

Di questi, 491 vini hanno ottenuto la Corona: massimo riconoscimento per i vini top dell’eccellenza, scelti con voto palese di maggioranza nella sessione finale di degustazione a commissioni riunite su scala nazionale; 209 vini hanno ottenuto la Golden Star: secondo massimo riconoscimento per i vini che hanno espresso eleganza, finezza, equilibrio, qualità e precisa espressione del varietale e del territorio; 338 le corone attribuite dai winelover ovvero dal pubblico che ha assistito alle finali di Vinibuoni d’Itali; 269 i vini da non perdere: vini di particolare pregio che le commissioni regionali hanno voluto mettere in risalto, dedicando loro un’apposita sezione della guida.

Ma sono molte le guide uscite sui vini. In Italia, i premi probabilmente più prestigiosi rimangono i celeberrimi Tre bicchieri del Gambero Rosso (ne parliamo qui), ed è in cresciuta anche l’attenzione nei confronti di Slow Food (questo il nostro articolo) che ha puntato decisa sul biologico. Tantissime le novità introdotte da L’Espresso (come ampiamente scritto qui) con tre classifiche distinte e un nuovo metodo di classificazione. Per quanto riguarda i punteggi in centesimi, resta la guida del Seminario Veronelli, come spiega il direttore Andrea Bonini in questo articolo, mentre i sommelier dell’Ais hanno riunito le varie commissioni regionali di degustazione per dare i propri giudizi (ecco il nostro resoconto).
 

Ecco i migliori Lagrein

«70 vini, due comuni denominatori: il Lagrein e l’Alto Adige. Un assaggio perfettamente esplicativo della varietà, nelle sue tre tipologie, se si considerano il Rosato e la Riserva. La media qualitativa è stata altissima e ciò che vien fuori è una qualità basata non solo sulla bontà, ma e soprattutto sulla tipicità, l’aderenza al territorio e la precisione stilistica».

Lo dice Giuseppe Carrus, presidente della giuria del premio Tasting Lagrein, giornalista del Gambero Rosso, presentando i vincitori.
Il concorso è stato organizzato in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige e ha coinvolto 70 aziende. La premiazione si è svolta durante Vinea Tirolensis, all’interno di Autochtona alla Fiera di Bolzano.

La categoria “Miglior Lagrein” assegna l’award all’Alto Adige Lagrein DOC 2015 di Untermoserhof di Georg Ramoser, vignaiolo che nelle ripide vigne a Santa Maddalena produce vini di grande intensità. Il premio “Miglior Lagrein Riserva” va invece, per la terza volta nella storia della rassegna, a una realtà cooperativa: Cantina Produttori Bolzano con il loro Alto Adige Lagrein Riserva DOC Taber 2014. Infine nella neonata categoria “Miglior Lagrein Rosato (Kretzer)” a trionfare è l’Alto Adige Lagrein DOC Rosé 2015 di H. LUN.
 

A Firenze Food&Wine in progress

In arrivo la seconda edizione di Food&wine in progress, l’evento promosso dall’Associazione Italiana Sommelier Toscana, dall’Unione Regionale Cuochi Toscani e da Cocktail in the world insieme a Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana.

Dai migliori sommelier ai migliori chef italiani, passando per i barman e per i produttori di eccellenze enogastronomiche. Si presenta così la seconda edizione di Food and Wine in Progress, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità.

Fortemente voluto da AIS Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani dopo l’esperienza positiva del 2015 in occasione del congresso Fic, Food & Wine in Progress si propone nel 2016 come progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori.

Il programma dettagliato e tutte le informazioni per partecipare sono disponibili sul sito della manifestazione.