Newsletter 487 del 31.05.2016
 
 
Gentile
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  Domenica la pioggia non ha fermato chi si era prenotato per la «Cena tra le stelle del gusto» nell’ex monastero di Astino a Bergamo. Eretto a partire dal 1107, ha visto di tutto e non penso l’essere stato un manicomio sia stato il momento peggiore. Di certo era finito in rovina e rivederlo splendere fa solo bene al cuore e alla mente.

Tre eventi in una serata unica, come qui sotto ricorda Carlo Passera. Per me la celebrazione del mezzo secolo di Vittorio, il ristorantissimo della famiglia Cerea ha un sapore del tutto speciale. Vi entrai per la prima volta una quarantina di anni fa. Era domenica. Non posso sbagliare perché nella seconda parte degli Anni Settanta collaboravo con la pagina sportiva del Corriere della Sera, soprattutto calcio. Seguivo le squadre lombarde che militavano in serie B e che le grandi firme di allora lasciavano volentieri ai collaboratori. Una volta l’Atalanta, un’altra il Como piuttosto che Monza, Brescia e Cremonese.

Il Monza aveva il solo pregio di essere vicino a Milano e potevi andare allo stadio all’ultimo momento. Però chiaramente niente pranzo pre-partita come in tutte e quattro le altre città. Nessun dubbio su quale offrisse opportunità squisite: Bergamo e Da Vittorio. Il problema era non mangiare troppo, dovere rinunciare a qualcosa visto che non ero certo lì per scrivere di cucina. E ora eccomi quarant’anni dopo ad applaudire i cento volti dei Cerea assieme con tutti gli stellati di Ea(s)t Lombardy e con una dozzina di giornalisti arrivati dai quattro angoli del pianeta, nonché amici e belle persone.

Paolo Marchi

 
     
     
     
     
 
Astino, la festa dei Cerea e il via a Ea(s)t Lombardy
 
     
 

Una celebrazione è vitale se non è solo l’omaggio – magari doveroso – al passato, ma racchiude slancio verso il futuro. Per questo l’evento di lunedì sera al monastero di Astino è stato particolarmente riuscito: perché ha riunito insieme la festa per mezzo secolo di vita del Da Vittorio, la presentazione ufficiale di Ea(s)t Lombardy (ossia la Lombardia Orientale che sarà Regione gastronomica europea 2017), oltre che l’apertura dell’Anno del Turismo lombardo.

Tre in uno, perché “unione” è stata la parola chiave. Potremmo dire sinergia, o gioco di squadra: ossia quello che è mancato troppo a lungo alla ristorazione nostrana, e al Paese nel suo complesso. E invece, dismessi i campanilismi, ecco quattro territori che vanno a braccetto: Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. Ecco la scelta di collegare le eccellenze, da una parte il patrimonio culturale e naturalistico, dall’altra quello enogastronomico.

Paolo Marchi ha messo in guardia da un rischio: trovarsi troppo belli. «Dobbiamo farci conoscere di più e meglio. Il lavoro sarà quello di far percepire anche all’estero quanto valiamo, perché non dobbiamo dare per scontato che il mondo già ci conosca».

Lunedì si è fatto un passo in avanti, la conferenza stampa di presentazione traboccava di giornalisti, non (solo) italiani. Hanno tributato il meritato plauso a Enrico Cerea (nella foto), delegato a parlare a nome della sua famiglia: «Abbiamo organizzato tutto in meno di un mese e mezzo - ha spiegato - E’ stato difficile, ma ce l’abbiamo fatta. La cosa che mi è piaciuta di più? Abbiamo voluto coinvolgere tanti colleghi stellati dei quattro territori e nessuno ci ha detto di no».
Carlo Passera
 
     
     
     
     
 
Gori annuncia una Scuola internazionale di cucina
 
     
 

Ad Astino (vedi sopra) i 600 ospiti hanno potuto gustare le prelibatezze delle più grandi toques dei quattro territori, da Riccado Camanini a Stefano Cerveni, da Daniel Facen ai Santini, e poi Philippe Léveillé, Romano Tamani e tanti altri che abbiamo elencato qui.

Il ministro Maurizio Martina ha spiegato: «Era giusto sostenere l’iniziativa di Ea(s)t Lombardy perché rientra appieno nel solco di Expo. Fino a oggi il settore enogastronomico e turistico della Lombardia Orientale è stato poco valorizzato, perché l’asse di sviluppo era sul manifatturiero. Ma ora vogliamo che l’estero si accorga di quale scrigno di bellezze e prelibatezze possiamo vantare».

La Lombardia dell'Est fa sul serio. E il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori (nella foto col microfono)lo ha dimostrato, annunciando: «Qui ad Astino pensiamo possa essere creata una grande Scuola internazionale di cucina. Non potrà avvenire dopodomani, ma siamo convinti di riuscirci».
 
     
     
     
     
 
Storie di gusto e di passione tra Coin e Cargo
 
     
 

Debutto per Storie di gusto e di passione, un giro d’Italia in sei tappe organizzato da Coincasa con Cargo Etc, sei appuntamenti in altrettante strutture, due protagonisti a incontro con Paolo Marchi ospite fisso perché il programma è stato studiato da Identità Golose. Prima sosta a Treviso lo scorso 25 maggio, la seconda tra breve, mercoledì 8 giugno a Bari al Coin Casamassima. E dopo la pausa estiva, da settembre sarà la volta di Napoli, Roma, Catania e Milano.

L’esordio con due cuochi veneti, Giancarlo Perbellini e Nicola Dinato, il primo veronese, il secondo trevigiano di Castelfranco, il primo ha parlato, il secondo ha cucinato e spiegato. Poi si è brindato con Isola Primo, Prosecco Treviso Doc extra dry da vigne a dimora all’interno di un’ansa del fiume Sile, in pieno territorio comunale di Treviso stessa. A Bari invece avremo Felice Sgarra, chef dell’Umami di Andria, e Vincenzo Del Monaco, artigiano delle ceramiche a Grottaglie in provincia di Taranto, un tocco il suo gradito a diversi cuochi di razza come due Andrea, Berton a Milano e Ribaldone tra Alessandria e Fasano, nonché Domingo Schingaro a Borgo Egnazia a Fasano in Puglia.

In una città, Treviso, che ha appena vissuto una disputa con il Friuli sulla paternità del Tiramisù, che di certo ha emesso i primi vagiti là ma che è divenuto adulto in Veneto, Dinato ha portato sì Risi e Bisi, ma certo non nella versione tradizionale, sempre ne esista una buona per tutti. A Treviso amano la versione risotto e snobbano Venezia perché lo preferiscono in forma di minestra. Poi mi è capitato, stesso giorno, di fermarmi a pranzo - e che buon pranzo - da Davide Filipetto, chef di Storie d’amore a Borgoricco (Padova). Lì Risi e bisi in versione risotto con tanto di scampi crudi appoggiati sopra. Morale: conta vi siano il riso e i piselli, poi liberi tutti.

Ha detto Dinato: «Ho pensato a ravioli farciti con una crema di rana pescatrice, ravioli liquidi, per ricordare col nome le rane che spesso venivano aggiunte. E i piselli a mo’ di crema». Davvero un bella idea.
 
     
     
     
     
 
Menu speciale per i 20 anni di Niederkofler...
 
     
 

Non ci sono solo i Cerea che festeggiano i 50 anni del Da Vittorio, come abbiamo scritto sopra. E’ tempo di brindisi anche a San Cassiano, in Val Badia, per il ventennio migliore, quello di Norbert Niederkofler e il suo ristorante St. Hubertus.

La famiglia Pizzinini e lo chef annunciano dunque di voler condividere venti anni di amore per la montagna e la cucina con un’iniziativa tutta speciale: Norbert Niederkofler ha infatti creato per l’occasione un percorso di degustazione unico, che permette di assaporare l’evoluzione della sua cucina attraverso 20 piatti iconici, scelti uno per ogni anno di attività dal 1996 ad oggi.

Spiega lo chef: «Riprendere in mano vecchi menu e riassaggiare materie prime da tanti anni non più cucinate mi ha regalato il ricordo di volti, risate, storie. Vorrei trasmettervi tali emozioni attraverso un menu composto da questi venti piatti. E’ un ritorno che parla di partenza, è un guardare indietro per trovare una strada nuova, creativa, degna, soddisfacente e promettente».

Quindi dal 1º al 20 giugno 2016 verrà proposto, attraverso questo speciale menu, il percorso che ha portato lo chef all’attuale filosofia di cucina, da lui denominata Cook the Mountain.
 
     
     
     
     
 
...e chef speciali per i 10 anni di Colagreco
 
     
 

I 50 anni dei Cerea al Da Vittorio, i 20 anni di Niederkofler al St. Hubertus, ma si festeggia anche a Mentone, per i 10 anni di Mauro Colagreco al Mirazur, numero 11 del mondo e primo in Francia per il 50 Best. Le celebrazioni in quest’ultimo caso hanno un format unico: una serie senza precedenti di cene esclusive denominate M10, per tutto il 2016.

Colagreco ha invitato 10 tra gli chef più acclamati del mondo - nonché amici personali - a prendere in consegna la sua cucina, ognuno di loro, per una serata.

Gli chef ospiti creeranno un menu degustazione esclusivo per una sola notte, con date prestabilite fino al 28 ottobre 2016 – giusto poco prima della chiusura annuale invernale del ristorante.

Il team degli chef che prenderanno parte alla celebrazione del decennio di Mirazur sono: David Kinch (venerdì scorso, ne parleremo su identitagolose.it), Rene Redzepi (ieri sera), Alex Atala (prossimo appuntamento il 28 giugno), poi Yoshihiro Narisawa, Andoni Luis Aduriz, Virgilio Martinez, Emmanuel Renaut, Sebastien Bras, Jorge Vallejo e Massimo Bottura, il 27 ottobre. Info qui.
 
     
     
     
     
 
7 giugno, a tavola con le stelle del Nordest
 
     
 

Passiamo da un pranzo galattico all'Osteria Cera di Campagna Lupia (Venezia) e troviamo sulla credenza all'ingresso un volantino interessante. Segnala "A tavola con le stelle del Nordest", la cena benefica che avrà luogo martedì 7 giugno all'Antica Trattoria Ballotta di Torreglia (Padova).

Nata da un'idea del giornalista Giovanni Chiades, già collaboratore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, metterà ai fornelli della Corte dell'insegna di Torreglia, "Più di 15 chef stellati dal Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna e 11 altri loro colleghi blasonati e in odor di stella".

Prestigiosa la line-up dei cuochi e pasticcieri: Roberto Dalla Bona e Giancarlo Pasin, Giulia Cerboneschi, Franco Ascari, Giuliano Baldessari, Federico Belluco, Giovanna Simionato e Renato Pasqualato, Achille Leonardelli, Alessandro Breda, Lionello Cera, Nicola Portinari, Mattia Barbieri, Piergiorgio Siviero, Franco Favaretto, Peter Brunel, Marco Talamini, Alfio Ghezzi, Martino Scarpa e Andrea Rossetti, Renzo dal Farra e Marco Perez, Nadia Pasquali, Paolo Cappuccio, Renato Rizzardi, Graziano Prest, Alessandra Del Favero e Oliver Piras, Maria Grazia Soncini, Simone Padoan, Davide Botta, Raffele Ros, Cristina e Fabio Legnaro.

Parteciperanno alla serate tante cantine e birrifici del territorio. Costo, 60 euro a testa, info e prenotazioni telefono +39.049.5212970.
 
     
     
     
     
 
Giugno a Milano scatterà nel segno di Pepe
 
     
 

Purtroppo il maltempo che ha bagnato Milano e un po’ tutto il Nord Italia, ci ha spinto a cancellare il picnic che domenica a Milano avrebbe profumato il Ratanà e il giardino che lo circonda. Lo recupereremo. Certo che se tutto fosse filato liscio, in poco più di una settimana avremmo avuto Franco Pepe per quattro volte protagonista nel capoluogo lombardo. Ma già tre è un gran bel colpo.

Lunedì 6 giugno tutto esaurito per la cena a tutta pizza a Bioesserì Brera. L’indomani tutti in piazza XXV Aprile, spazio dominato da Eataly Smeraldo. Alle 15.30 presentazione di Where to eat pizza, curato da Daniel Young per Phaidon, presso Alice, il ristorante di Viviana Varese e Sandra Ciciriello. Ci sarà anche modo per la fatica di Luciana Squadrilli, Tania Mauri e Alessandra Farinelli per Giunti, titolo: La buona pizza. Scopriremo quale ben sapendo che per Daniel Young la numero uno al mondo è quella di Franco Pepe.

E dalle 19 alle 22, sempre lui, sempre Pepe, si sposterà nello spazio pizza di Eataly Smeraldo per proporre due sue certezze, la più classica delle pizze fritte, il calzone di ricotta, scamorza e salame, e la più sua di tutte, la Margherita Sbagliata. Sta a voi capire perché sbagliata. Ovviamente perché va contro la ricetta di sempre.
 
     
     
     
     
 
Al Cortile e la cucina di Little Italy (migliorata)
 
     
 

Ha riaperto a fine maggio a Milano, dopo la prima fortunata stagione dell’Expo, Al Cortile, atipico ristorante che si apre nel labirinto dietro a via Giovenale 7, legato alla scuola di cucina Food Genius Academy (a sua volta in via di ampliamento negli stessi spazi).

L’atipicità del progetto concepito da Desirée Nardone è nel suo format, mutevole con le stagioni. Quest’anno, cioè fino a dicembre 2016, il tema è “C’era una volta Al Cortile”, un’evidente allusione al film di Sergio Leone, studiata per dare valore alle ricette dei cuochi italiani immigrati Oltreoceano, «un viaggio tra le ricette sbagliate che hanno reso la cucina italiana celebre nel mondo», messo sul navigatore da diversi cuochi di Chic.

E’ così che il menu ora include piatti dal Little Italian sounding come la Pizza Pepperoni (di Giovanni Mineo, panificatore da Longoni), la Ceasar Salad, gli stereotipati Spaghetti & meatballs (di Felice Lo Basso, serviti freddi e con gazpacho nel retro), le Fettuccine Alfredo, la Chicken Parmigiana di Eugenio Roncoroni di Al Mercato, il Cioppino di Marco Ambrosino del 28 Posti. Dopo la Luna Park crostatina arriva un conto medio da 35 euro. Sempre che uno non voglia andare anche solo per “L’aperitivo al contrario” di Franco “Tucci” Ponti, una cocktail list ispirata a grandi bartender emigrati come Harry Craddock, J.J. Goodwin, Frank Miller.
GZ
 
     
     
     
     
 
Milano: riapre il Dom Pérignon lounge & raw bar
 
     
 

Sull’onda del successo della passata stagione estiva, ha riaperto il Dom Pérignon Lounge & Raw Bar nel giardino all’italiana dell’Hotel Bulgari di Milano.

Uno spazio informale ma elegante dove poter degustare dal Blanc de Blancs al Rosé fino al P2 1998, La Deuxième Plénitude è uno Champagne che si ottiene dopo oltre 16 anni di elaborazione oltre ad annate rare come Oenothèque 1990 fino al millesimo 1969. Vini intensi ed eleganti. Un sommellier sarà a disposizione degli ospiti per proporre verticali di vintage preziosi oppure cuvée in abbinamento ai cibi, rigorosamente “crudi”, creati dall’executive chef del Bulgari, Roberto Di Pinto, con un menù alla carta a disposizione degli ospiti.

Situato in un angolo segreto del giardino del lussuoso hotel milanese, offre un salotto moderno in cui emerge lo scudo della Maison. Un banco bar con adiacente un altro per il food e una consolle Dj fanno di questo panorama milanese un posto esclusivo. L’apertura della Lounge è da martedì a sabato, dalle ore 18,30 a mezzanotte. Tuttavia potrà essere riservata per feste private con una full immersion in Champagne e in perfetto stile Dom Pérignon.
Cinzia Benzi
 
     
     
     
     
 
Sabato Re e regine a spasso con Marchi a Stupinigi
 
     
 

Domenica prossima, 5 giugno, sarà l’ultimo giorno utile per visitare, nella Palazzina di caccia di Stupinigi vicino Torino, la mostra Regine & re di cuochi dedicata ai protagonisti della cucina italiana. Io sarò lì il giorno prima, sabato, alle 17.30 grazie all’invito di Paola Buzzini che cura il programma delle visite guidata con l’autore. In questa ultima occasione, l’autore sarà il sottoscritto. Per iscriversi basta segnarsi qui.
pm
 
     
     
     
     
 
La cucina dello Jiangsu al Bon Wei di Milano
 
     
 

Chi scrive ama incondizionatamente la cucina del Bon Wei di Milano, e quindi è un po’ triste per il fatto che la serie de “La grande tradizione gastronomica della cucina cinese” sia giunta al penultimo appuntamento, gran finale in autunno con i piatti tipici della regione dello Zhejiang, ossia quella d’origine dello chef Guoquing Zhang.

Si è trattato di un’affascinante carrellata nella cultura gastronomica del Celeste Impero, anzi delle culture al plurale perché – come ci ha abbondantemente ed efficacemente spiegato il professor Francesco Boggio Ferraris, direttore della Scuola di formazione permanente della Fondazione Italia-Cina, leggi anche qui - sono almeno otto le grandi scuole: alla cena di ieri sera la settima, quella dello Jiangsu, ossia la zona di Nanchino.

Tutte le otto tradizioni cinesi sono illustri, ma qualcuna è più illustre di altre, ha spiegato Boggio Ferraris nel suo consueto, godibile intervento d’introduzione filologico-culturale ai piatti: perché la cucina dello Jiangsu è tra le 4 considerate più raffinate (con Shandong, Canton e Sichuan), ricca di pesce, crostacei, verdure. Gioca le sue carte su freschezza, leggerezza, dolcezza: poca piccantezza e una punta di agro, «uno stile pop art, molto attento anche all’estetica», ha spiegato il prufesùr.

Assaggio felice come sempre, anche del piatto che, come vuole la formula delle serate, sarà possibile degustare fino al prossimo appuntamento (attenzione, da fine luglio il locale chiude per un po’, poiché rinnova la cucina): Polpette Testa di Leone, una golosa bontà a base di carne di maiale, tofu, zenzero e bambù, è nella foto in basso a destra. Continuando da lì in senso orario (gli scatti sono di Tanio Liotta), Pollo alla Prediletta (fritto, crosta squisita, viene accompagnato da una salsa a base di zenzero, peperoncino e aceto cinese), il delicato Riso saltato nello stile del Jiangsu, gli squisiti Gamberi fritti con salsa alla prugna.
CP
 
     
     
     
     
 
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