Newsletter 485 del 14.05.2016
 
 
Gentile
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  Se fosse solo o soprattutto una questione di carattere, noi latini individualisti e improvvisatori, i nordici severi e organizzati, bisognerebbe poi capire perché le squadre italiane vincono i mondiali di pasticceria e gelateria, salvo restare al palo non appena partecipano alle selezioni europee del Bocuse d’Or. Nulla da fare anche un paio di giorni a Budapest quando a vincere è stata l’Ungheria padrona di casa davanti Norvegia e Svezia.

Venti i Paesi in gara, per l’Italia Marco Acquaroli, Marco Leandri e Fabio Tacchella. Purtroppo non ce l’hanno fatta. I tre, rispettivamente chef in gara, commis e coach, si sono classificati oltre l’11° posto su venti, ultimo utile per accedere alla finalissima del gennaio 2017. Hanno fatto meglio, nell’ordine, anche Francia, Islanda, Finlandia, Olanda, Svizzera, Belgio, Danimarca, Estonia.

Da quando sono state create le qualificazioni, Italia sempre al palo e se poi la si vedeva comunque in gara a Lione, era solo perché ripescata. Davvero molto poco.

Paolo Marchi

 
     
     
     
     
 
Lunedì il summit sulla ristorazione milanese
 
     
 

Identità Golose promuove, a un anno dall’Expo 2015 e alla vigilia delle elezioni per il nuovo sindaco di Milano, un incontro con chi ha maggiormente creduto nel successo dell’Esposizione Universale: Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e Giuseppe Sala, già commissario unico di Expo, ora candidato sindaco in città. Tema: lo stato di salute della ristorazione milanese uscita dai sei mesi di Expo e le prospettive per il suo sviluppo futuro.

Hanno dato già la loro adesione chef come Andrea Berton, Davide Oldani, Daniel Canzian, Eugenio Boer, Gianluca Fusto, Aimo Moroni, Haruo Ichikawa, Pietro Leemann, Cesare Battisti, Claudio Sadler, Antonio Guida, Luciano Tona, mentre molte altre adesioni stanno arrivando. L’appuntamento, a invito, è per lunedì 16 maggio alle ore 19 alla Fondazione Riccardo Catella.

Il summit meneghino conferma il crescente interesse delle istituzioni pubbliche nei confronti del comparto, già testimoniato ad esempio dal Food Act e dal Protocollo per la valorizzazione nel mondo della cucina italiana di qualità, firmato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, da quello delle Politiche agricole alimentari e forestali e da quello dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ma che in seguito ha registrato l'adesione anche del Ministero dello Sviluppo Economico (ne avevamo parlato qui).
Carlo Passera
 
     
     
     
     
 
Il 29 maggio di scena Cerea ed Ea(s)t Lombardy
 
     
 

Domenica 29 maggio, monastero di Astino (Bergamo), ore 20. Una data e un luogo importante, da segnarsi in agenda: perché unirà tre grandi eventi, l’apertura ufficiale dell’Anno del Turismo in Lombardia; il lancio in anteprima internazionale del progetto Ea(s)t Lombardy - European Region of Gastronomy 2017; e il 50° anniversario del ristorante Da Vittorio, storico punto di riferimento della gastronomia d’eccellenza. Per l’occasione si riuniranno oltre 20 chef dei ristoranti stellati della Lombardia Orientale, a festeggiare Bruna Cerea, con Enrico, Francesco, Barbara, Roberto e Rossella (nella foto, la famiglia negli anni Novanta).

L’appuntamento, cui è attesa anche la stampa internazionale, è programmato come dicevamo presso il millenario complesso monumentale di Astino, a pochi passi dal centro di Bergamo. I 600 ospiti potranno godere delle prelibatezze degli chef stellati che costituiscono il patrimonio della ristorazione d’eccellenza della Lombardia Orientale - ovvero i territori compresi fra le province di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova - non a caso insignita appunto del titolo Erg - Regione Europea della Gastronomia 2017.

Ognuno degli chef avrà a disposizione una postazione-cucina dove illustrare, preparare e servire un piatto. L'evento sarà aperto al pubblico a partire dalle ore 20 del 29 maggio. Costo del biglietto 130 euro, acquistabile on line a questo link.
 
     
     
     
     
 
Vendette personali, la pizza non fa più festa
 
     
 

“Franco Pepe, trionfo con giallo”, abbiamo titolato questo articolo qualche giorno fa. Raccontava della nuova guida delle pizzerie mondiali, in uscita per Phaidon, Where to eat pizza (24.95 euro, 576 pagine, per acquistarlo cliccare qui o qui), curata dal giornalista Daniel Young. Evidenziavamo anche come lo stesso Young avesse stilato al termine dei lavori una classifica, sommando tutti i voti dei 1.077 esperti chiamati per definire il top delle pizzerie di tutto il mondo. E prevaleva l’Italia, alla grande: primo Franco Pepe, secondo Gabriele Bonci, terzo Ciro Salvo, quarto Simone Padoan, poi anche Enzo Coccia (6°), l’Antica Pizzeria da Michele a Napoli (8°), i fratelli Francesco e Salvatore Salvo (9°), Gino Sorbillo (11°), Renato Bosco (12°), la romana La Gatta Mangiona (13°) e il siciliano in Danimarca Christian Puglisi (14°).

Un trionfo, che sarebbe dovuto essere celebrato alla Reggia di Caserta. Invece nulla di fatto, presentazione annullata all’ultimo momento. Motivi? Young ha malvolentieri rinunciato all’idea della presentazione casertana a seguito di continue, pressanti, persino calunniose pressioni.

Il giorno successivo abbiamo sentito lo stesso Young (nella foto, con Pepe). Che ci ha spiegato questo, più chiaro di così: «Alcune persone chiave nel mondo della pizza napoletana volevano che questa presentazione si tenesse a Napoli, non Caserta. Per loro era una questione di orgoglio. (…) Ma la campagna contro la presentazione della guida è stata istigata da un individuo calcolatore come vendetta personale nei confronti di Franco Pepe». Brutta vicenda.

Magari si potrà recuperare. Intanto, di sicuro Franco Pepe sarà protagonista di una serata speciale (info qui), organizzata da Identità Golose al ristorante Bioesserì di Milano, il 6 giugno prossimo. E’ il secondo appuntamento, dopo il primo sold out del 2 maggio, che ha visto protagonista Renato Bosco. Gran finale il 10 ottobre con Enzo Coccia. E letizia (e buona pizza) sia.
CP
 
     
     
     
     
 
Black & White, la seppia secondo Viviana Varese
 
     
 

Black & white, la seppia, davvero ben ragionata e intrigante, che Viviana Varese ha inserito a metà settimana nella nuova carta di Alice, il ristorante all’interno di Eataly Smeraldo a Milano di cui è chef di una brigata di 27 cuochi e anche socia assieme con Sandra Ciciriello.
 
     
     
     
     
 
Sorpresa: il tiramisù non è nato a Treviso nel 1970
 
     
 
Ci sono due capolavori italiani che hanno un breve passato alle spalle. Uno è salato e l’altro dolce, il primo è la Carbonara e il secondo il Tiramisù. Di entrambi non esiste nota storica antecedente la seconda guerra mondiale e in entrambe i casi la fantasia supera le certezze. Se ne leggono di ogni e ben venga così l’ultima fatica di Clara e Gigi Padovani per Giunti: Tiramisù, «storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato».

Il loro lavoro è stato incredibile. Avrebbero potuto limitarsi a citare le troppe leggende, tipo che piacesse a Cavour o fosse stato gustato da Pellegrino Artusi, figure legate all’Ottocento, per poi esaltare Treviso, culla di questa bontà, e infine pubblicare le interpretazioni dei cuochi di oggi.

Invece Clara e Gigi hanno battuto in lungo e in largo il Nord-Est, trovando radici ben più profonde e distanti, in Friuli Venezia Giulia, dagli anni Trenta in poi, rispetto alla data e al luogo finora riconosciuti da tutti: Treviso 1970, ristorante Alle Beccherie, chiuso da poco per vecchiaia. La scoperta ha fatto saltare sulla sedia il governatore del Veneto Luca Zaia che insegue il bollino di Specialità territoriale garantita, forte di un atto notarile che lega a Treviso il dolce italiano più amato e copiato nel pianeta intero.

Io sto con Zaia, anche se non vi è nulla di forzato nelle pagine dei Padovani. Per due motivi ben precisi: gli ingredienti e i tempi, legati sia al nome sia al boom internazionale. Il Tiramisù che ha conquistato il mondo è quello trevigiano, i friulani avevano l’oro in casa e non se ne sono praticamente accorti, ed è prodotto con tuorli, zucchero, mascarpone, savoiardi, caffè e cacao in polvere. Che poi vi sia chi, un’ottantina di anni fa vicino Gorizia, creò una coppa con pan di Spagna, tuorli, panna liquida e Marsala, e zero caffè (!), poco conta anche se nel 1946 lo chiamò Tirime su. In questo caso il nome non fa però storia perché la sostanza è ben diversa, pur se notevole a livello di calorie. Sinceri: voi evochereste recupero e vigoria fisica con un’insalata vegana?
pm
 
     
     
     
     
 
LeAlture, buona cucina per una buona causa
 
     
 

Alta cucina per una giusta causa: bontà al quadrato, insomma. Vi abbiamo già raccontato la storia del ristorante 3Quarti di Grancona, sui Colli Berici. Una storia agrodolce, come certi piatti; ottima tavola, quella dello chef Alberto Basso, che nasce però dal dolore, oltre che dalla passione: il 18 aprile 2015 il suo socio, amico e collega di sempre, il giovane Stefano Leonardi, se ne andava per sempre, all’improvviso.

Basso da allora ha voluto onorare lo scomparso proseguendo con l’avventura, il 3Quarti appunto, che avevano intrapreso assieme. Ma voleva fare anche di più. Nasce così LeAlture, per ricordare in modo festoso e positivo Stefano e per raccogliere fondi da destinare alla creazione di una borsa di studio per sostenere il percorso formativo di un giovane chef del territorio.

Saranno due giorni, due eventi, due diversi format. Domenica 15 maggio, al Castello di Spiazzo di Grancona (Vi), dodici chef del territorio presenteranno la loro cucina durante un evento aperto al pubblico, con ingresso libero e con le singole degustazioni (food, ma anche wine&beer) a pagamento. Cambio di scena il giorno seguente, lunedì 16. Appuntamento infatti al 3Quarti di Grancona per una cena di beneficenza curata da un parterre di 8 importanti chef, Alessandro Dal Degan, Davide Botta, Leandro Luppi, Oliver Piras, Piergiorgio Siviero, Matteo Rizzo, Stefano Baiocco, Alberto Basso (nella foto, da sinistra, Botta, Luppi e Basso). Solo 50 i coperti disponibili, menu di 8 portate su prenotazione a 150 euro, vini inclusi. Altre info qui, prenotazioni qui.
CP
 
     
     
     
     
 
100 chef x 10 anni lunedì al Salone del Libro
 
     
 

Mi fa piacere leggere nel sito del Fatto Quotidiano che la presentazione di 100 chef x 10 anni, «I cento chef che hanno cambiato la cucina italiana» secondo noi di Identità Golose, è tra i dieci momenti da non perdere al Salone di Libro in corso di svolgimento a Torino, assieme a Checco Zalone, Simone Salvini e il gotha redazionale dello stesso Fatto.

L’appuntamento con l’enciclopedia della ristorazione contemporanea italiana è per lunedì 16 alle ore 14. Con Paolo Marchi la chef vegana e crudista Daniela Cicioni. Tutto questo momento all'interno di Casa Cook-book.
 
     
     
     
     
 
Pilati da Trapani prende a morsi l'Italia
 
     
 

«Non è una guida. Però ci troverete lo stesso luoghi da vedere, ristoranti, alberghi, botteghe e cantine. Non è un romanzo. Però ci troverete lo stesso emozioni, passioni, meraviglia. Qualche volta un filo di luce, un mare argentato, le ombre di un campanile, il blu della notte. Il profumo di un vino. La seduzione di un piatto.
«Un viaggio, questo sì. Un viaggio attraverso un’Italia per caso, scelta con gli occhi curiosi di chi scrive. Per incantarsi di fronte alle cose nuove. E qualche volta anche sconosciute. Senza piantine, strade e numeri civici. Con gli occhi sgranati, i sensi aperti, il taccuino pieno di note. Sguardi, incontri, una infinità di gente.

«Una mappa sentimentale. Con la palpitazione della scoperta a suggerire itinerari e cammini. Con le immagini che mi hanno emozionato, i cibi che mi hanno incuriosito. Sensazioni che appartengono a cose viste, desiderate; qualche volta vissute. Senza alcuna pretesa se non quella di raccontare. Ritagli trafilati dal piccolo schermo di una macchina fotografica digitale. Scovati fra gli appunti di un reportage da scrivere a casa, lontano dalle suggestioni dei luoghi. Io e la memoria».

Così il trapanese Giacomo Pilati presenta la sua ultima fatica: Morsi d’Italia per le edizioni Tarka. Si tratta di un viaggio da Nord a Sud, dal Friuli alla Sardegna. Poi ogni lettore smonta e rimonta le pagine secondo sentimenti propri.
 
     
     
     
     
 
Tutti gli appuntamenti The Good Beer Society
 
     
 
Durante il mese di maggio, The Good Beer Society farà gustare agli appassionati di birra tutto il bello della primavera, delle sue giornate piene luce, sole e profumi proponendo tantissimi corsi, laboratori ed eventi… Un mese a tutta birra! I prossimi corsi in programma sono: oggi, 14 maggio, Homebrewing al Birrificio Sensolibero, Cesate (Mi); il 21 maggio Beer Lover alla Brasserie 4:20 di Roma; il 23 maggio Corso di formazione birraria per Radio Popolare presso 10 Gradi Nord, a Milano Qui info e iscrizioni.

Poi c’è il laboratorio che The Good Beer Society organizza in collaborazione con Beerinba per far gustare alcune birre artigianali e incontrare i produttori: appuntamento il 22 maggio, alle 17, al Binasco Beer Festival di Binasco (Mi). Qui per info e iscrizioni.

Infine un altro laboratorio di degustazione durante la prima edizione di Attenti al Luppolo, la manifestazione dedicata alla promozione della birra artigianale e di qualità dei microbirrifici della zona di Lecco: 21 maggio, 18.30, al Circolo Libero Pensiero di Lecco. L’ingresso è libero. Per info: attentialluppolofestival@gmail.com
 
     
     
     
     
 
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