Wine Tip

Signature Kitchen Suite

Gentile {NOMEUTENTE}
L’Expo che si è concluso sabato scorso 31 ottobre, meno di una settimana fa, per noi di Identità Golose è stato anche il palcoscenico per mettere in mostra il meglio dell’enologia italiana. E’ stato un grande lavoro di abbinamento, grazie alla perizia di Cinzia Benzi, tra i piatti proposti dai cuochi che si sono alternati nella nostra cucina e i prodotti delle aziende riunite nel Consorzio Italia del vino, nonché quelli di realtà come Berlucchi, Bonaventura Maschio, Villa Sparina e Valle dell’Acate.

Non solo questo però: nel nostro spazio abbiamo dato vita a eventi, degustazioni e presentazioni per rafforzare il legame tra cibo e vino. Questo perché da alcuni anni non va dato per scontato. A parte chi teorizza che il vino sciupi le migliori creazioni della cucina d’autore, vino da bere a parte, non sul boccone, sono tante le suggestioni che spingono sempre più sommelier a versare nei bicchieri prodotti di tutt’altra natura, birra naturalmente, quindi centrifugati, cocktail, sakè. La centralità del vino è sempre più messa in discussione. E’ una questione di gusti, di palato, di una cucina sempre più varia, e a volte imprevedibile, che in taluni casi prescinde da Bacco.

Messo alle strette il mondo del vino reagisce, cerca nuove idee confermando che la concorrenza aiuta.

Paolo Marchi
 

Merano Wine Festival, tutto iniziò nel 1992

Merano è pronta ad accogliere migliaia di persone, quelle che visiteranno le sale del Kurhaus per la ventiquattresima edizione del Wine Festival, dal 6 al 9 novembre. La partenza di venerdì, di domani, offre il meglio del panorama vinicolo biologico e biodinamico: poco meno di un centinaio di selezionati produttori saranno lì per attestare quanto il vino “naturale” si sia evoluto con le dovute certificazioni per far conoscere una frontiera “senza solfiti” con un comune denominatore: l’alta qualità nei calici.

Abbiamo raccolto due impressioni dal presidente del Merano Wine Festival, Helmuth Koecher, che ha dichiarato: «I numeri delle aziende selezionate sono: 350 italiane, 120 estere, 15 birrifici, 8 consorzi e un centinaio di realtà gourmet a completare un’area chiamata Culinaria. Sono molto contento di portare, per la prima volta, aziende vinicole della Crimea e diffondere l’unicità di spumanti dolci a base Moscato con un aspetto più internazionale. Non mancheranno le Masterclass guidate da grandi professionisti del settore: come lo scorso anno, avranno vini protagonisti da tutto il mondo con verticali inedite sia per la scelta dei vitigni selezionati sia per le annate straordinarie in degustazione».

Anche quest’anno l’intero incasso delle degustazioni sarà devoluto a un’associazione benefica meranese. Altra novità di questa edizione è la sinergia con il Club Execellence per la giornata “Champagne” che si terrà martedì 10 novembre. I più importanti produttori di Champagne del Club proporranno i propri vini dalle 9,30 alle 16 alla Sala Pavillon des Fleurs del Kurhaus.
Cinzia Benzi
 

Dom Pérignon, buongiorno 2006

Dom Pérignon ha svelato all'Italia il millesimo 2006 del Vintage Blanc, l’ultimo nato dell’assemblaggio tra chardonnay e pinot nero più chiacchierato che c’è. Quell'estate si divise tra la canicola di luglio, la pioggia copiosa di agosto e un settembre di nuovo soleggiato, fattori che garantirono una vendemmia in carrozza prolungatasi dall’11 settembre al 10 ottobre. Un mese benedetto che 9 anni dopo Richard Geoffroy, chef de cave della maison di Epernay dal 1996, è stato lieto di riepilogare:

«Il 2006 è stato un anno caldo, soleggiato, solare. Un anno di afa importante. Un’altra stagione segnata dalla maturità dell’uva e dalla ricchezza del chicco, elementi per noi fondamentali da sempre. Brillantezza e luce, ma non la luce dello zenith: quella del mattino, i bagliori della rugiada. Una vendemmia che si è subito presentata rotonda e sferica, così lucida e perfetta che è stato necessario ‘allungarla’ per raggiungere la precisione. Il Vintage Blanc 2006 è un vino di elevata sofisticatezza, di alta definizione. È un’espressione di puntinismo: ha un elemento tattile molto pronunciato che non decade. Che sfiora e accarezza, polveroso e inafferrabile».

Il concetto di luce è essenziale per capirne le evoluzioni: «È una luce un po’ pallida, diafana», ha discettato ancora poeticamente Geoffroy, «ma nei prossimi anni tenderà più allo scuro, accendendosi nella componente iodata. È un vino che ci condurrà molto lontano. Un millesimo che si aggiunge ai gloriosi predecessori, tutti con caratteristiche diverse. Ogni nuovo millesimo ci avvicina sempre di più all’ideale di Dom Pérignon. Aggiunge sempre un po’ di robustezza in più. Encore et encore. Per sempre». "Sempre" è un avverbio che ben si addice a un calice che entra al palato in punta di piedi ma poi i piedi li punta a lungo. Una grazia prolungata che, è vero, trasmette le piacevoli pungenze delle onde del mare.
GZ
 

Tra pochi giorni il via al 49° Congresso nazionale Ais

Ancora una decina di giorni al via dell’atteso 49° Congresso Nazionale Ais (Associazione Italiana Sommelier), una realtà che proprio quest’anno ha compiuto il mezzo secolo di vita e oggi conta oltre 30mila soci distribuiti su tutto il territorio nazionale attraverso 22 sedi regionali e più di 160 delegazioni territoriali.

La kermesse (nella foto, una delle immagini che accompagnano la sua pubblicizzazione) si intitolerà significativamente Enozioni a Milano e si terrà, ovviamente nel capoluogo lombardo, i prossimi 14 e 15 novembre in due aree distinte: la futuristica Diamond Tower e l’ultra moderno spazio The Mall, entrambi nel rinnovato quartiere di Porta Nuova, e l’elegante hotel a cinque stelle The Westin Palace di piazza della Repubblica. Due location non scelte casualmente: la prima riflette l’anima avanguardista dell’associazione per accogliere i numerosi visitatori attesi ai molteplici eventi e banchi di degustazione; l’altra è di più intima e radicata tradizione, per i seminari e le degustazioni.

Il congresso è di fatto un contenitore che contempla appuntamenti associativi
istituzionali, come l’assemblea generale dei soci, e numerose iniziative dedicate al mondo del vino e della sommellerie. Un programma denso di eventi racchiuso in un calendario articolato. Il tutto, anticipato dalla presentazione della nuova edizione della guida Vitae che si terrà il 13
novembre al 24° piano della Diamond Tower e che permetterà nello spazio The Mall l’assaggio delle eccellenze dei vini premiati.

Nell’ambito della kermesse, inoltre, la finale pubblica del concorso Miglior Sommelier d’Italia Premio Franciacorta.
 

Lunae Bosoni tra i protagonisti a Identità Expo

Tra i più interessanti protagonisti di Identità di Vino, sezione dedicata alla migliore enologia nazionale a Identità Expo S.Pellegrino, è stata la casa vinicola Lunae Bosoni, cantina spezzina di Ortonovo.

Il nome Lunae richiama la città di Luni, antico porto etrusco, greco e poi romano. La viticoltura di Lunae Bosoni affonda le proprie radici nella tradizione millenaria di questa terra e dei suoi popoli. Lunae Bosoni opera da tre generazioni: dal 1966 Paolo Bosoni ha raccolto l’eredità dei propri genitori, e col fratello Lucio segue e coordina il lavoro in cantina. E già i suoi figli, Debora e Diego, gli si sono affiancati per proseguirne l’opera.

Proprio Diego Bosoni ha condotto i presenti alla degustazione di alcune delle bottiglie più significative della produzione di famiglia: come il Vermentino Doc Etichetta Nera Colli di Luni, un vermentino in purezza di grande stoffa e fascino, dal colore giallo paglierino intenso con leggeri riflessi dorati.

Profumo elegante con evidenti sentori di fiori di campo, erbe aromatiche, spezie, frutta matura, miele. In bocca si manifesta giustamente sapido, armonico, persistente. Particolarmente adatto ai piatti più impegnativi della cucina ligure quali stoccafisso, trippa in umido, pollami, zuppe e pesce.
 

Valle dell'Acate: Frappato e non solo

La cantina siciliana Valle dell’Acate, guidata da Gaetana Jacono, anima pulsante di questa bella realtà situata nella costa sud-orientale dell’isola, ha recitato una voce importante nella carta dei vini del ristorante di Identità Expo. Un semestre che ha svelato ai visitatori le possibilità di conoscere la Sicilia attraverso calici di Frappato e non solo.

Un approfondimento degustativo ci ha fatto scoprire che l’area vocata principalmente per l’unica Docg dell’isola, il Cerasuolo di Vittoria, produce vini autentici in cui il binomio terreno-terroir trasferisce ai vini di Valle dell’Acate una singolare impronta digitale enologica. Un’insolita orizzontale del millesimo 2014 partendo da Zagra 2014 (vitigno Grillo in purezza) per poi passare al Frappato: entrambi i vini trasferiscono un’immediata ricchezza di profumi oltre a una certa importante eleganza. Il Frappato colpisce per le note di rosa, viola e lampone stemperate da tannini morbidi seppur evidenti. Il Cerasuolo di Vittoria è la perfetta fusione armonica dei vitigni Nero d’Avola e Frappato, uniti in blend con le rispettive percentuali di 60 più 40% e un invecchiamento in tonneaux di Borgogna. «Un vino», spiega la stessa produttrice «che accompagna il cibo senza mai sovrastarne le caratteristiche, un equilibrio del gusto sempre costante e armonico».

Last but not the least, abbiamo assaggiato il Tané 2010, un Nero d’avola prodotto solo nelle migliori annate con le caratteristiche di un grande vino da meditazione. Proprio quei vini che possono arricchire una tavola pensando di centellinarlo desinando oppure condividendone la piacevolezza pura di un assaggio senza contaminazioni gastronomiche. La cantina Valle dell’Acate ha dato il via al progetto 7 Terre per 7 vini, proprio perché i vigneti sorgono su 7 terreni molto diversi tra loro. E nei calici queste caratteristiche si evidenziano eccome.
CB
 

Le tre buone ragioni per scegliere i vini dell'Etna

Cinque tra le migliori bottiglie dell’Etna sono stati tra le protagoniste di una delle ultime degustazioni targate Identità di Vino, a Identità Expo S.Pellegrino.

Cinque, dicevamo, le etichette, di altrettanti produttori: Animardente 2012 di Santo Spirito di Passopisciaro, Doc Etna rosso Aetneus 2008 di Custodi delle Vigne dell'Etna, Doc Etna rosso 2013 di Cusumano, Doc Etna rosso 2010 Musmeci di Tenuta di Fessina, Doc Etna rosso 2011 Puritani di Valenti.

La degustazione, guidata da Cinzia Benzi e dal direttore di cronachedigusto.it Fabrizio Carrera, ha visto alternarsi sul palco i rappresentanti (nella foto) delle varie case vinicole, che parlavano diversi dialetti: il piemontese di Mario Ronco (enologo di Cusumano), il toscano di Silvia Maestrelli (della Tenuta di Fessina) e di Antonio Moretti (patron di Santo Spirito), il romano di Mario Paoluzzi (I Custodi delle Vigne) e anche un po’ di siciliano, con Giovanni Valenti, dell’omonima azienda.

Così Fabrizio Carrera sintetizza il senso dell’incontro: «Ci sono almeno tre ottimi motivi per scegliere il vino dell’Etna. Il primo, è che proviene da uve che crescono al centro del Mediterraneo, ma con climi da Nord Europa». Insomma, sono figli di condizioni uniche e irripetibili. «Il secondo, è che si tratta del vino del mito, pensiamo solo a Polifemo. Risaliamo, in altre parole, alle radici stessi della civiltà occidentale». La terza ragione chiama in causa uno specifico vitigno, il Nerello Mascalese a lungo trascurato, ma che ora viene finalmente valorizzato in tutta la sua eleganza.
CP
 

Secolo Novo, la triologia de Le Marchesine

Ci siamo ritrovati da Wicky’s a Milano per una trilogia. Nessun goblin, elfo o nano ma 3 grandi vini accomunati dal nome, Secolo Novo, dal vitigno, lo chardonnay in purezza, e dal vigneto di provenienza, situato sul colle La Santissima di Gussago. I tre blanc del blancs di punta della cantina Le Marchesine sono una delle espressioni più francesi della Franciacorta. Alla cieca in molti li confonderebbero con champagne per le loro sfumature gessose e i sentori di miele.

In un’atmosfera raccolta e, dobbiamo dire, particolarmente comoda, il Secolo Novo Brut Millesimato 2008 è stato il primo a essere versato. È un vino che affina sui lieviti per almeno 36 mesi. Colpisce per una bolla finissima, per la sua eleganza che profuma di lavanda e cedro e per il tocco gentile al palato. I roll arc-en-ciel di Wicky con tempura di branzino e avocado, arrotolati di tonno, salmone, avocado e branzino con crema di yuzu e salsa agrodolce di granchio hanno segnato un matching che neanche su tinder.

Secondo round con il Secolo Novo Giovanni Biatta Brut Nature 2007, vino che si ottiene da un mosto “fior fiore”, cioè da quello che deriva dalla sola pressione naturale delle uve una sull’altra (autopressatura). L’affinamento è di 54 mesi e la grande differenza dal Secolo Novo Brut è la scia amaricante sul finale. Nella degustazione è stato abbinato al carpaccio 5 continenti – creato con un corredo di più di 50 spezie che Wicky tiene segreto – ma per noi avrebbe detto la sua anche con un piatto di maiale a lunga cottura.

L’ultimo atto è stato recitato dal Secolo Novo Dosage Zèro, più di 60 mesi sui lieviti per un concentrato di finezza opulenta. Il miele va a braccetto con la mela cotta al naso, mentre sul palato si presenta una mandorla che poi non ti lascia più. Un vino ricco ed espressivo che è stato abbinato a un piatto semplice della cucina giapponese: il pollo come lo faceva la mamma di Wicky. Una ricetta popolare che, al diavolo le etichette, si è incontrata perfettamente con sua altezza dosaggio zero.
Martino Lapini
 

Francesca Terragni, nel suo portafoglio solo il top

Novità alla direzione marketing e comunicazione di Moët Hennessy Italia, ruolo affidato a ottobre a Francesca Terragni che ha così la disponibilità dell’intero portafoglio champagne, wine e spirits della sezione italiana del colosso del lusso LVMH. Milanese, classe 1968, laurea alla Bocconi, è nel gruppo dal 1998. Il primo incarico? Il lancio di due profumi di Christian Dior.

La Terragni gestirà le attività di marketing e comunicazione di cinque marchi simbolo dello champagne: Dom Pérignon, Krug, Veuve Clicquot, Moët&Chandon e Ruinart.

Agli champagne si affiancano cognac Hennessy, vodka Belvedere, whisky Arbeg e Glenmorangie, e i vini della divisione Estates&Wines del gruppo, Cheval des Andes, Terrazas de los Andes, Numanthia, Cloudy Bay e Cape Mentelle.