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Gentile {NOMEUTENTE}
Quella che avrà inizio domani, domenica 6 aprile, sarà l’edizione numero 48 del Vinitaly, non la quarta o l’ottava, la quarantottesima. Un paio ancora e a Verona festeggeranno il mezzo secolo. Questa è storia autentica, mica roba da reality televisivo dove tutto è spettacolo e non vita vera. Ma vallo a dire a chi vive di e attorno a programmi Masterchef.

A me ricordano un po’ tanti di coloro che scoprirono lo sci quando Alberto Tomba, bolognese, 48 anni a dicembre, da scarto di una selezione giovanile azzurra scalò i vertici fino a diventare Tomba la Bomba. Primo oro olimpico nel febbraio 1988, ultima vittoria in Coppa del Mondo nel marzo di dieci anni dopo. Coincise con l’ultima sua gara, impossibile studiare un’uscita di scena migliore. Via lui via tutti quelli che tifavano per lui e davano l’impressione di credere che lo sci fosse nato con Tomba.

Così adesso. Arriva la fiera di Verona e arriva un comunicato stampa per annunciare che “ci sarà anche Federico Francesco Ferrero, nuovo Masterchef d’Italia, tra gli ospiti di Vinitaly 2014, nel giorno dell’inaugurazione, domenica 6 Aprile. (…) Vinitaly – dichiara Federico - sarà l’occasione per incontrare culture e sapori, scoprire e ritrovare eccellenze e novità. Credo molto nel potenziale rappresentato dall’enogastronomia italinana a livello culturale, economico e turistico e credo che questa grande fiera sia l’occasione per valorizzare e promuovere una delle più grandi eccellenze del nostro paese”.

Siamo a posto, ci sarà anche FFF. Il Vinitaly può avere inizio. Ma come siamo riusciti a fare a meno di lui per 47 edizioni?
Paolo Marchi
 

Vinitaly numero 48: 4 giorni di maratona

“Ormai non si fanno più grandi affari, ma al Vinitaly non si può mancare”. È questo un pensiero di un produttore di vino, comune a tanti colleghi, che si sta preparando ad affrontare i 4 giorni di maratona veronese. Vinitaly, la più importante fiera italiana – e una delle più prestigiose al mondo – dedicata all’universo enologico, sarà aperta al centro espositivo di Verona da domenica 6 a mercoledì 9 aprile. Un appuntamento immancabile per gli operatori del vino, ma soprattutto per le cantine di qualità italiane, che avranno la possibilità, ancora una volta, di sfruttare questa vetrina pubblicitaria per cercare di trovare nuovi sbocchi di mercato, o anche semplicemente altri clienti, per vendere le proprie bottiglie.

Seppure il contesto economico non sia particolarmente roseo, a livello generale, il mondo del vino in Italia sta vivendo un discreto momento grazie soprattutto agli stranieri. Non che i produttori non siano “profeti in patria”, ma semplicemente il resto d’Europa, ma anche gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e alcuni paesi asiatici stanno comprendendo che quando si parla di qualità nel bicchiere non esistono soltanto Bordeaux e Champagne. I dati, in tal senso, parlano chiaro. Nel 2013 l’Italia ha prodotto 47,4 milioni di ettolitri, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. In crescita la qualità, con i vini doc (330 le denominazioni) e docg (73) arrivati al 40% del totale della produzione enologica e gli Igt (118) al 35%, a fronte di una riduzione dei vini da tavola.

Un Vinitaly che si presenta con alcune novità: per esempio, viene inaugurato un padiglione dedicato al “salone parallelo” Vinitalybio, in collaborazione con FederBio, che vuole essere un focus su quelle aziende con certificato biologico. Rinnovata anche l’esperienza del ViViT (Vigne Vignaioli Terroir), dove si andrà alla scoperta di piccole aziende con storie di “terra” e di uomini da raccontare. Quest’anno, infine, i produttori provenienti dall’estero avranno un padiglione dedicato solo a loro. Insomma, si alza il sipario, nella speranza che dalla “vetrina” del Vinitaly escano solo buone notizie.
Raffaele Foglia
 

Vinitaly: a caccia dei Satèn

La famiglia Ziliani della Guido Berlucchi svelerà in anteprima a Vinitaly il Palazzo Lana Satèn 2006, una riserva ottenuta da sole uve Chardonnay. Si tratta di bottiglie ancora senza etichetta, per una degustazione esclusiva en primeur. visto che il prodotto sarà messo in commercio in autunno. A Verona, tutte le bollicine Berlucchi sono in degustazione al Palaexpo, stand B-C 15.

Stesso padiglione, ma stand A16, per trovare il Franciacorta Satèn di Lucia e Giulio Barzanò della cantina Il Mosnel, millesimo 2010, prodotto in circa 45mila bottiglie (tra 0.75, magnum e jeroboam). Oggi, dopo 3 anni e mezzo, si presenta con una bolla suadente e zuccheri molto equilibrati. Come tutti i Satèn, si caratterizza per una minore pressione in bottiglia e di conseguenza ha maggiore morbidezza gustativa, evocata così dal nome della tipologia. A Il Mosnel, dove l’uso dei legni francesi è una delle linee guida della produzione, il 40% della cuvée del Satèn fermenta in barrique dopodiché, eseguito il tiraggio, prosegue sui lieviti per almeno 30 mesi. L’azienda oggi può contare su 38 ettari di vigna a conduzione biologica: chardonnay, pinot bianco, pinot nero.
Cinzia Benzi
 

Vinitaly: la regina delle grappe Maschio

Novità della Distilleria Bonaventura Maschio. La famiglia Maschio lancia The Queen, una grappa di Moscato nata per competere nel panorama delle grappe affinate che, grazie al noto vitigno, spiccano per morbidezza e aromaticità. All’assaggio si svela un bouquet delicato con sentori di fiori e frutta esotica e un finale di speziature dolci, ben supportato da un sapore vellutato.

Le degustazioni delle nuove collezioni di Prime Uve, l’acquavite d’uva fiore all’occhiello della distilleria si potranno fare nel corso di tutta la rassegna scaligera, al padiglione 6 stand C4. E l’11 aprile i fratelli Anna e Andrea Maschio premieranno i due sommelier Alessio Caceffo di Peschiera del Garda (Vr) e Silvia Terrin di Rubano (Pd), classificati primi su cento partecipanti al Master d’Aggiornamento “Distillati italiani e internazionali: classificazione – produzione – analisi sensoriale”. Il corso nasce da un’idea di Dino Marchi, presidente di Ais Veneto e da diversi anni si tiene presso la sede della distilleria, a Gaiarine. Un ottimo focus sui giovani degustatori.
CB
 

Controvinitaly: Summa a Magrè

Come ogni anno, Alois Lageder (foto) apre le porte della sua tenuta altoatesina ai suoi amici, vignaioli d’eccellenza provenienti da tutto il mondo che, in contemporanea al Vinitaly di Verona, si ritrovano a Magrè il 5 e 6 aprile a presentare i propri vini. Si tratta di Summa, una due giorni che tiene banco a Cason Hirschprunn, palazzo rinascimentale del Seicento dietro cui condividere con i colleghi degustatori, italiani e stranieri, l'opportunità di bere vini pregiati ed entrare in contatto diretto con i produttori. Un’atmosfera raccolta, con dibattiti originali e interessanti sulla biodinamica e viticultura biologica.

Tra i partner di questa edizione è presente, per il quinto anno consecutivo, il Pastificio Felicetti che farà degustare il nuovo formato della linea Monograno Felicetti, Le Pàche – gli schiaffi in dialetto predazzano- interpretati da Davide Scabin, chef del Combal.Zero di Rivoli (To) con una rielaborazione in chiave sudtirolese. Summa 14, anche quest’anno pone l’accento sul tema dell’ecologia e della sostenibilità una filosofia di vita perseguita dal signor Lageder senza perdere mai di vista il lato culturale del vino.

Nota finale: l’incasso (biglietto d'ingresso, 20 euro) sarà devoluto in beneficenza all'organizzazione Onlus “Aiutare senza Confini”. Proprio lo scorso anno, a Summa sono stati raccolti oltre 36mila euro, tutti devoluti a diversi progetti umanitari in Birmania.
CB
 

Controvinitaly: Viniveri a Cerea

Nel nome c’è già tutto: “Viniveri 2014 – Vini secondo natura”. L’evento aperto al pubblico si svolgerà a pochi chilometri da Verona, a Cerea, dal 5 al 7 aprile, quasi in simultanea con il Vinitaly.

Ma cosa accomuna i 140 vignaioli e i 14 produttori agroalimentari che saranno presenti alla manifestazione? Il rispetto. Rispetto per la terra, per le tradizioni, per la cultura e per le colture, per i paesaggi, per l’ambiente. Proprio per questo motivo, le aziende hanno tutte autocertificato di seguire i dettami della Regola del Consorzio Viniveri. Una regola che riporta l’uomo, il vignaiolo, a un passato fatto di fatica e di sudore, ma soprattutto di equilibrio con la natura. In concreto, chi partecipa al Consorzio, nelle proprie vigne deve evitare diserbanti, concimi chimici, prodotti sintetici e viti modificate geneticamente, puntando invece su prodotti bio e su vitigni autoctoni, andando poi a fare vendemmia naturale. In cantina, inoltre, si devono utilizzare lieviti indigeni e evitare qualsiasi manipolazione che, in sostanza, vada a modificare la natura del vino.

Un ritorno alle radici del vino, insomma. E i 140 produttori, dei quali 94 provenienti dall’Italia, avranno la possibilità di far assaggiare il frutto dei loro sforzi. E soprattutto potranno raccontare di come il loro vino nasca senza “l’interferenza” della chimica e della tecnologia portata all’eccesso, ma solo dalla terra, dalla pioggia, dal sole e dalla cura delle vigne. Con grande trasparenza.
RF
 

Controvinitaly: VinNatur a Villa Favorita

Villa Favorita e “Il succo della terra, Juice from the land”. La terra, o meglio il terroir, al centro della vinificazione. Così l’associazione VinNatur, si presenta ancora una volta unita e compatta per un altro evento “parallelo” del Vinitaly, che si svolgerà dal 5 al 7 aprile proprio a Villa Favorita, a Sarego in provincia di Vicenza.

Lontani dall’omologazione (e sicuramente da alcuni aspetti spettacolari e sceongrafici del Vinitaly), i produttori di VinNatur si presentano con l’intenzione di offrire un percorso di degustazione di vini naturali, con produttori che hanno il comune obiettivo di condividere le tecniche e le esperienze per produrre vino in maniera naturale, sia in vigna sia in cantina, e di divulgare la cultura del “terroir”. I visitatori, oltre a poter assaggiare il vino, potranno anche acquistarlo direttamente dai produttori. E gli stessi vignaioli saranno presenti per spiegare quali sono i sacrifici, le lotte quotidiane e le fatiche dell’affascinante mondo dei vini naturali. Non che gli altri vini siano “artificiali”, sia chiaro, ma l’obiettivo dell’associazione è quello di “preservare l’individualità del vino dall’omologazione che chimica, tecnologia e industrializzazione hanno portato nelle attività vitivinicole”.

Si tratta, in buona sostanza, di realtà piccole, che hanno bisogno di riunire le forze anche per condividere le esperienze e aumentare la visibilità del movimento. La stessa associazione non vuole demonizzare la scienza, anzi, ma vede la ricerca come una spinta a individuare nuove tecniche naturali e innovative. Senza violare la natura. Un progetto sicuramente ambizioso e l’appuntamento di Villa Favorita è certamente uno dei più attesi per capire come la terra sia la protagonista per la nascita di grandi vini.
RF
 

La scoperta: Animae, senza solfiti

L’Azienda Perlage di Soligo in provincia di Treviso, rivolta sui vigneti in alta collina denominati Rive, nel cuore della zona del Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, nasce nel 1985 dalla passione della famiglia Nardi per l’agricoltura e l’obiettivo di dedicarsi alla viticoltura biologica.

Da allora un lungo percorso è stato compiuto, molti i vini prodotti, tra cui una novità che parte dalla vendemmia 2006 per dare la prima produzione nel 2008, e si poggia su principi importanti dell’azienda: la ricerca della “purezza del vino”, l’attenzione per il consumatore e il rispetto per la natura. Nasce così Animae Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut, uno spumante ottenuto da metodo Charmat, senza solfiti, prodotto da agricoltura biologica dopo anni di studi ancora in evoluzione, per raggiungere un vino che esaltasse il più possibile le caratteristiche dell’uva Glera.

E così, Animae, per richiamare l'anima del prosecco superiore Docg, si presenta nel calice di colore giallo paglierino con bollicine fini che corrono veloci, si esprime all’olfatto con note nette di mela e pera, temperate da sentori minerali, che tornano al gusto accompagnate da una sensazione di palato avvolto e cremoso con finale lungo, fine ed elegante. Molto secco, per il ridotto tenore di zuccheri (3g/l), risulta gradevole accompagnamento anche a tutto pasto e di piacevole bevibilità.

L’uva Glera è una varietà autoctona, tipica dei colli di Conegliano e Valdobbiadene, da cui fin dall'inizio dell'ottocento si produce il Prosecco Superiore Docg. Per Animae, per far sì che questo vitigno potesse esprimere il meglio senza aggiunta di solfiti, Perlage con l’enologo Andrea Gallina ha individuato, per la vinificazione e spumantizzazione, un ceppo di lieviti a bassa autoproduzione di solforosa. Inoltre, per evitare l’ossidazione in assenza di conservanti artificiali, tutto il processo di vinificazione in cantina è avvenuto in totale assenza di ossigeno.
Animae è dunque il frutto di ricerche e tecnologia volte a rispettare la natura, l’uva, ma ancorate alla tradizione. Davvero una gradevole scoperta.
Lisa Marchesi
 

Mauritius, il Festival Loiseau e Champagne Deutz

A Mauritius per la nona edizione del Festival culinaire Bernard Loiseau, giovedì la gara, dodici i piatti assaggiati e giudicati, questa sera i risultati, ho avuto la fortuna di bere i prodotti di Champagne Deutz in compagnia di Fabrice Rosset che della casa di Ay è presidente e direttore generale.

Durante la cena di gala al Constance Le Prince Maurice, un cinque stelle lusso sull’oceano Indiano, chef Michael Scioli, su una eccellente Quenelle de crevette de l’Océan Indien à l’émulsion de noix de coco, sauce curry massala è stato servita l’annata 1988 della Cuvée William Deutz. Sorprendente per freschezza, e parliamo di un millesimo che ha alle spalle un quarto di secolo. Davanti a bottiglie così, puoi solo inchinarti.